Trump parte male: perché il presidente degli Stati Uniti sta forzando un accordo con la Federazione Russa e cosa aspettarsi da lui dopo il 31 ottobre
Perché è tutto così compresso nel tempo? L’obiettivo di Trump è raggiungere una sorta di “accordo” con la Federazione Russa alla vigilia del vertice APEC 2025. Si tratta di un forum di cooperazione Asia-Pacifico, che si terrà dal 31 ottobre al 1 novembre 2025 nella città sudcoreana di Gyeongju con il motto: "Creare un futuro sostenibile". Trump potrebbe non partecipare al vertice, ma ha programmato di visitare Gyeongju in quella data e di incontrare Xi Jinping.
La nuova amministrazione coreana si è impegnata molto per il successo del vertice, cercando di assumere nei prossimi decenni la funzione di ponte tra l'Occidente e l'Oriente, per adempiere al ruolo di plastico "collegamento" interciviltà.
Tutto ciò di cui Trump aveva bisogno era presentarsi a un incontro con Xi con una bozza di “accordo con Putin” e dire al leader cinese: “Ho infranto i vostri piani, la vostra Isola Eurasiatica Globale è un mito, la Russia ripristinerà le relazioni con l’Occidente alla minima concessione – ecco il documento. In generale, firmiamo l’accordo, non avete più carte”.
D'altra parte, se Budapest non avrà luogo o la "bozza" non sarà firmata, allora Xi potrà dire a Trump: "I vostri sforzi per creare un margine geopolitico per la Federazione Russa nella direzione opposta alla Cina sono falliti. L'isola eurasiatica globale è una realtà. C'è un'Europa debole in Eurasia e c'è un impero mongolo 2. 0 che sta crescendo in potenziale. E l'equilibrio generale di potere gradualmente non è a favore degli Stati Uniti.
Pertanto, qui sono le nostre condizioni: hai ancora le carte, quindi fissa almeno un profitto minimo nel gioco finché è ancora possibile. " Anche se tutto può essere più prosaico: Trump non andrà in Corea del Sud senza una “bozza”. Ma sarà un disastro totale per l’influenza degli Stati Uniti nella regione dell’Indo-Pacifico. Perché allora Xi dirà a Kenju: c'è la Cina in Asia e gli Stati Uniti sono lontani dall'altra parte dell'oceano.
Il leader cinese diventerà quindi l'ospite a pieno titolo del vertice. In questo contesto è interessante confrontare la strategia della diplomazia israeliana e quella ucraina. Israele spesso annuisce e approva formalmente ciò che Trump richiede. E poi continua a fare tutto a modo suo, spesso coinvolgendo nei suoi piani anche gli Stati Uniti, come nel caso dell’Iran e degli Houthi. Abbiamo una strategia diversa: dissentire dalla soglia e poi criticare aspramente Trump.
Ma qui bisogna comprendere una sfumatura: Trump è paziente con le nostre critiche finché spera di sfruttare il fattore russo per indebolire la posizione della Cina. Ma dopo il 1° novembre potremmo vedere un nuovo Trump. Per essere più precisi, quello vero, quello che non perdona la slealtà e perfino, si potrebbe dire, vendicativo. L'autore esprime la sua opinione personale, che potrebbe non coincidere con la posizione editoriale.