Le esportazioni russe di carburante sono scese al livello più basso dal 2022: Bloomberg ne ha spiegato i motivi
I porti baltici sono quelli che hanno sofferto di più dopo gli attacchi al terminal Ust-Luga, e le condizioni meteorologiche avverse hanno aggiunto nuove difficoltà. Allo stesso tempo, la diminuzione delle forniture sta causando un duro colpo alle entrate energetiche della Russia, mentre i droni ucraini e le sanzioni occidentali stanno rendendo difficile il trasporto e il finanziamento del petrolio.
In particolare, le nuove restrizioni per Rosneft e Lukoil complicano ulteriormente la situazione e costringono i commercianti a cercare nuove rotte e a modificare i termini delle spedizioni. Inoltre, il gasolio rimane relativamente stabile ed è diretto principalmente verso Turchia e Africa. Nel frattempo, le forniture di petrolio e olio combustibile rimangono volatili e i voli lunghi verso l’Asia aumentano il rischio di ritardi.
Inoltre, a causa della mancanza di dati ufficiali sulla produzione, gli analisti valutano la situazione per quanto riguarda l'approvvigionamento marittimo. La scorsa settimana, i volumi di petrolio greggio dal Baltico sono scesi al minimo in due anni e mezzo. In particolare, i dati dal 1° al 26 ottobre mostrano: Nel complesso, gli analisti avvertono che i volumi e le rotte di consegna potrebbero cambiare durante il resto del mese a causa delle sanzioni e della necessità di adeguare i programmi.
In precedenza Focus ha scritto che il più grande produttore russo di macchine agricole, Rostselmash, dovrà affrontare una grave riduzione della produzione entro la fine del 2025. Gli esperti prevedono che il volume di produzione delle attrezzature diminuirà del 30% rispetto allo scorso anno. È stato anche riferito che in Russia è stata registrata una crisi nel complesso industriale-difensivo.