Le forze armate russe stanno testando un complesso anti-drone nella base di Tucha: protezione contro Baba Yaga (video)
È stato pubblicato online un video dei primi test del sistema di difesa anti-drone basato sul sistema di lancio di granate fumogene unificate sovietiche AEK-902 da 81 mm "Tucha". Gli host della risorsa profilo BTVT. INFO hanno prestato attenzione a questo sistema e hanno condiviso le loro valutazioni. Secondo gli esperti, l’efficacia della soluzione è discutibile, soprattutto quando si tratta di contrastare i grandi UAV, come il drone ucraino Baba Yaga.
"L'idea di sparare manualmente a pallettoni non è nemmeno presa in considerazione dai droni FPV, non importa quante telecamere si mettono. Inoltre, anche se è possibile abbattere miracolosamente FPV, non c'è alcun aiuto da parte di Baba Yaga", dice il commento sotto il video. In generale, un certo numero di esperti, tra cui Defense Express, sottolineano immediatamente una serie di limiti tecnici e concettuali di KAZ.
Le pareti delle canne dei mortai Tucha sono sottili, il che rende impossibile l'uso di una potente carica di proiettile. Ciò limita la velocità iniziale del tiro e, quindi, la portata effettiva del danno, e ulteriori "inserti" non risolvono il problema. L'uso di coltelli (collegati da un filo di palline di grandi dimensioni) riduce ulteriormente la portata effettiva del danno.
Secondo gli analisti, questo concetto di munizioni proveniva storicamente dall’artiglieria navale, ma non è ottimale per i moderni bersagli FPV. L'idea del rilevamento manuale in cui un membro della squadra individua il drone e preme un pulsante non è adatta per bersagli FPV in rapido movimento. Pertanto, l'unica modalità operativa è la visione automatica integrata con altri sensori (acustici, radar) e con una guida di guida veloce.
Inoltre, condizioni climatiche difficili, modalità crepuscolo e notturna, polvere, fumo e ostacoli rendono difficile il funzionamento delle fotocamere come un unico sensore. Gli analisti hanno espresso un altro dettaglio importante. Durante i test, il drone è stato portato appositamente alla distanza e all'angolazione ottimali, il che conferisce una probabilità di danno artificialmente elevata.
Ma in una situazione di combattimento reale, gli operatori FPV utilizzano evasioni e manovre brusche, il che riduce drasticamente le possibilità. Allo stesso tempo, gli analisti ammettono che l’idea di riutilizzare un sistema esistente e utilizzare munizioni a basso costo ha senso pratico in uno scenario limitato, ad esempio per combattere a corto raggio singoli droni amatoriali scarsamente controllati.
"Cioè, in generale, finora stiamo parlando di una fase di lavoro molto iniziale, che potrebbe rivelarsi poco promettente. Ma in ogni caso, dovrebbe essere presa in considerazione", ha concluso Defense Express. Ricordiamo che, sullo sfondo degli attacchi regolari da parte dei droni d'attacco russi, alcuni esperti stanno parlando di creare soluzioni economiche contro gli UAV.